Orgoglio etiopico
Rinascimento, trasformazione, cambiamento, nuovo spirito. Sono le parole chiave per comprendere l’Etiopia oggi. Parole che ritornano su manifesti, riviste, nei discorsi ufficiali e nei documenti di aziende o organismi pubblici. L’impressione, netta e chiara, è che l’Etiopia sia un paese con lo sguardo rivolto al futuro. E per questo le stesse parole appaiono diventate quasi un mantra all’interno delle istituzioni e del potere. Parole che si trasformano in fatti mettendo piede nel paese. Addis Abeba è un cantiere a cielo aperto. Uomini e macchine sono al lavoro in ogni angolo per costruire la nuova ferrovia, la nuova metropolitana leggera o le nuove tangenziali che ridisegneranno la viabilità cittadina. Ma uomini e mezzi, tanti, sono al lavoro anche a pochi chilometri dal confine con il Sudan, nel gigantesco cantiere della gigantesca diga che l’italiana Salini Impregilo sta realizzando per sfruttare la forza del Nilo Azzurro e produrre quell’energia che serve ad alimentare lo sviluppo della nuova Etiopia.
Ma quelle parole diventano fatti anche in alcuni nuovi uffici che il governo ha costituito recentemente per dare una nuova faccia al paese… Un’Etiopia fiera del suo passato, ma conscia anche di ombre e limiti che ne hanno rallentato i progressi ed estremamente determinata a superarli per far rinascere il paese. E i numeri sembrano dare ragione a questa spinta in avanti.
Nel 2012/2013 l’economia dell’Etiopia è cresciuta del 9,7%, facendo segnare per il decimo anno consecutivo un dato di crescita robusta e proiettando il paese ai vertici mondiali essendo quella etiope la dodicesima economia a crescita più rapida del pianeta… (Continua su Africa e Affari)
In questo Focus:
- Etiopia, il nuovo spirito africano
- Il rinascimento passa anche dal Nilo
- Gibuti, un porto per il gigante senza mare
- Sulle ali dell’Ethiopian Airlines
- Un team di giovani contro le strozzature
- del sistema
- Analisi / La Cina in Etiopia
- Pro e contro per il Made in Italy
- Il dopo Zenawi
- Italia a sostegno dei contadini
In questo numero:
- Yaoundé chiama le aziende italiane – In occasione di una presentazione del paese organizzata a giugno a Roma da Assafrica, il ministero dell’Economia camerunese ha illustrato i progressi degli ultimi anni e sottolineato gli spazi esistenti per una maggiore presenza delle imprese della Penisola.
- Passione kizomba e ritmi africani il tango dell’Angola conquista l’Italia – Nato negli anni ‘80 a Luanda dalla fusione del semba e di altri stili come il merengue, il kilapanda e lo zouk, oggi il kizomba si sta diffondendo anche in Europa e in Italia con un numero crescente di scuole e manifestazioni dedicate a questo genere di ballo.
- I servizi PayPal ad altri quattro paesi sulla Nigeria la scommessa grossa – La società che offre servizi di pagamento online e di trasferimento di denaro punta a estendersi nei mercati più promettenti e apre anche a Costa d’Avorio, Camerun e Zimbabwe. Lo sviluppo sarà facilitato dai rapidi progressi della telefonia mobile.
- Africa, Caraibi e Pacifico reclamano link commerciali più equi con l’Ue – Il 99° Consiglio dei paesi Acp si è concluso con un appello alla controparte europea perché si raggiungano accordi di partenariato che tengano conto della necessità di aggiungere valore all’export di materie prime, per favorire sviluppo e occupazione.
- Il Sud Sudan ‘supera’ la Somalia è lo Stato più instabile del mondo – Secondo il Fund for Peace il più giovane paese del continente è scivolato in una crisi che ne ha amplificato vulnerabilità e debolezze già presenti al momento della nascita. Dietro Juba altri cinque paesi africani tra cui Repubblica Centrafricana, Sudan e Ciad.
- Zoom / Renzi in Africa
- Zoom / Mozambico, verso le elezioni
- Zoom / Kenya, questioni etniche o interessi?
Dentro l’Africa:
- Congo, minidighe per l’elettrificazione rurale pag. 36
- In 15 anni boom dell’olio di palma africano pag. 38
- Il manganese del Gabon piace anche agli indiani pag. 40
- Tutto pronto per la ferrovia che porterà il rame zambiano in Angola pag. 42
- L’India diventa il primo acquirente di greggio nigeriano pag. 44
- Tanta Etiopia per gli imprenditori turchi pag. 46