di: Redazione | 28 Agosto 2014
EGITTO/ETIOPIA/SUDAN – I ministri delle Risorse idriche di Egitto, Etiopia e Sudan hanno diffuso un comunicato congiunto ieri al termine dei due giorni di colloqui tripartiti a Khartoum in merito alle questioni concernenti la controversa diga sul Nilo Azzurro, la Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD), in costruzione in Etiopia.
In base a quel che viene reso noto dai media egiziani, i tre Paesi si sono accordati sulla realizzazione di due studi da parte di un comitato internazionale che valutino gli effetti della diga sulla portata d’acqua nel corso inferiore del Nilo.
I nuovi studi saranno realizzati da una o più società di consulenza internazionale sulla base delle indicazioni di un comitato congiunto composto da quattro membri provenienti da ciascuno dei tre Paesi coinvolti.
Nel corso dei colloqui di Khartoum, inoltre, i tre Paesi hanno indicato un termine massimo di sei mesi a partire dal 1° settembre per stabilire il quadro normativo entro cui realizzare i due studi, che saranno vincolanti per l’Etiopia.
Il ministro etiope dell’Irrigazione, Alamayo Nugnu, ha infine invitato ufficialmente i suoi due omologhi, l’egiziano Hossam El-Din Moghazy e il sudanese Moataz Moussa, a visitare nei prossimi mesi il cantiere della diga.
La diga, che è in fase avanzata di costruzione da parte dell’azienda italiana Salini sul Nilo Azzurro, ha un costo stimato in 4,7 miliardi di dollari e sarà con i suoi 5000 megawatt di potenza (il triplo di quanto previsto per Gibe III, sul fiume Omo al confine con il Kenya) la più grande centrale idroelettrica d’Africa.