di: Redazione | 25 Luglio 2014
NIGERIA – La Nigeria ha un “potenziale immenso” ed è in grado di entrare, nei prossimi 15 anni, tra le prime venti economie del pianeta, scavalcando anche paesi come Olanda, Tailandia e Malesia.
A sostenerlo è il gruppo di consulenza McKinsey, in un nuovo rapporto appena sfornato dal titolo “Nigeria’s renewal: Delivering inclusive growth in Africa’s largest economy”.
“In questo rapporto prendiamo in esame l’immenso potenziale della Nigeria. Mentre i media globali focalizzano la loro attenzione sui disordini e le violenze in corso in alcune zone del paese, meno è stato scritto sui significativi progressi economici compiuti negli ultimi anni” si legge all’inizio del rapporto.
Secondo gli analisti di McKinsey con i suoi 170 milioni di abitanti, la Nigeria è da tempo il più popoloso paese del Continente, ma solo recentemente si è guadagnata il titolo di “prima economica dell’Africa”. I dati “ricalcolati” dal governo della Nigeria e diffusi lo scorso aprile hanno mostrato un Prodotto Interno Lordo di 454 miliardi di dollari nel 2012 e di 510 miliardi nel 2013, facendo schizzare l’economia nigeriana al 28esimo posto globale.
“La Nigeria ha il potenziale di espandere la propria economia di circa il 7,1% l’anno fino al 2030, aumentando il prodotto interno lordo a oltre 1.600 miliardi dollari. Questo potrebbe spingere la Nigeria a divenire, potenzialmente, più grande di Olanda, Tailandia e Malesia” si legge nel documento dove si precisa che Commercio e Infrastrutture rappresentano gran parte del potenziale di crescita con un contributo alla formazione dell’aumento del PIL di oltre un terzo.
“In più – prosegue il documento – riteniamo che circa 120 milioni di nigeriani possano superare la ‘soglia di potenziamento’ (termine coniato dagli analisti di McKinsey che definisce, sulla base di una serie di parametri, il limite tra uno standard di vita accettabile e uno povero)e altri 70 milioni uscire decisamente dalla povertà se la crescita sarà maggiormente inclusiva di come lo è stata finora”.
In merito alla cosiddetta ‘classe media’, che in realtà sarebbe meglio definire come ‘classe di consumatori’, secondo McKinsey entro il 2030 circa 160 milioni di nigeriani (ovvero quasi il 60% della popolazione stimata della Nigeria di 273 milioni) vivrà in famiglie che guadagnano più di 7.500 dollari l’anno, alimentando un boom dei consumi e un mercato di consumatori superiore a quello di Francia e Germania messi insieme.
Sulla base delle stime di McKinsey di crescita per l’economia, le vendite annuali di beni di consumo (tanto al dettaglio quanto all’ingrosso) potrebbero raggiungere quota 1.400 miliardi di dollari entro il 2030, un valore triplo rispetto agli attuali 388 miliardi dollari.
A dispetto dei luoghi comuni, gran parte della nuova ricchezza nigeriana arriverà proprio dal mercato dei consumi e non dall’esportazione di materie prime.
Mentre il petrolio conta per il 70% delle entrate del governo e costituisce la maggior parte dei proventi delle esportazioni della Nigeria, la sua quota percentuale nell’economia nazionale è diminuita.
Dopo la revisione dei dati realizzata dall’ufficio di statistica, il contributo del petrolio alla crescita economica, tra il 2010 e il 2013, è stato ricalcolato al 5,1%, rispetto al 14% della produzione industriale e al 20% del commercio.
Sul fronte finanziario, la borsa nigeriana, evidenzia l’agenzia di stampa economica Bloomberg, ha guadagnato il 2,9% quest’anno, dopo il 47% del 2013. La naira, la moneta nazionale, ha guadagnato l’1,1% sul dollaro negli ultimi sei mesi.
Il quadro roseo dipinto da McKinsey, tuttavia, è accompagnato avvertimenti significativi: “Il governo deve affrontare la povertà, ridurre il costo dei servizi di base, quali l’alloggio e l’energia, espandere la fornitura di energia elettrica e aumentare la produttività in agricoltura”.
Se questo non avverrà, concludono gli analisti, c’è un grosso rischio per il paese, anche dal punto di vista della stabilità e della sicurezza.
La più recente indagine sulla povertà condotta dall’Ufficio statistiche della Nigeria, pubblicata nel 2012, ha mostrato che il 61% dei nigeriani viveva con meno di un dollaro al giorno, nel 2010, un dato in crescita rispetto al 52% del 2004. L’aspettativa di vita nel paese è di 54 anni, otto anni in meno rispetto a quella del Ghana e 20 anni sotto quella del Brasile.
“I politici e gli economisti possono costruire tutti i tipi di scenari. E’ una discussione del tutto scollegata tra ciò che possiamo essere e ciò che saremo. Il risultato dipende da ciò che fa il nostro governo” ha detto Folarin Gbadebo-Smith, direttore del Centre for Public Policy Alternatives di Lagos, commentando al telefono con Bloomberg i contenuti del rapporto.